"Diablo III, la coppia di poliziotti" di Robert A. Wing

"Diablo III, la coppia di poliziotti" di Robert A. Wing

In un mondo sconvolto da morti risorti, legioni di demoni fuggiti dalle viscere degli Inferi Fiammeggianti, uomini serpente travestiti da guardie e tante ceramiche, l'unica speranza di Sanctuarium sono due eroi umani: uno spietato cacciatore di demoni, deciso a vendicare la morte dei suoi cari... e un mago. Che a quanto sembra ha avuto brutte esperienze da piccolo con le ceramiche.  

Non temete. Hanno la legge dalla loro parte (senza contare tutta quella storia sui Nefilim).

In questa edizione della Vetrina dell'artigiano, preparatevi per gli intriganti dialoghi e tutte le sottigliezze tipiche della letteratura di genere. Vi presentiamo "Diablo III, la coppia di poliziotti", un divertente racconto breve (e speriamo sia solo il primo di una lunga serie) firmato da Robert A. Wing. 

Diablo III, la coppia di poliziotti


"D'accordo, vediamo se ho capito bene cos'è successo. Voi due, da soli, avete ucciso migliaia di guardie reali..."

"Uomini serpente travestiti da guardie" esclamò il cacciatore di demoni, indicando il suo rapporto. "Migliaia di uomini serpente travestiti da guardie."

"Va bene, uomini serpente. Comunque, secondo quanto riportato dal tuo amico mago, inizialmente non sapevate che fossero uomini serpente."

"...Non ci volevano far passare" replicò il cacciatore di demoni, più una domanda che un'affermazione.

"E durante questa bravata, non vi siete mai chiesti: 'Accidenti, cosa dovrei fare? Forse chiamare i miei superiori, o magari utilizzare i canali diplomatici...'? Vi siete solo lanciati senza esitazioni in un genocidio etnico" replicò il grasso capitano, aggrottando le sopracciglia. "Senza contare che avete dato il vostro supporto a un Horadrim rinnegato, permesso la cattura della nipote di Deckard Cain e, ciliegina sulla torta, distrutto tutte le ceramiche da Arcanus a Caldeum."

"Sull'ultimo punto, non guardi me. Penso anch'io sia stata una perdita di tempo. Ma il mio compagno, quando si scalda, è incontenibile. Nessun vaso è al sicuro."

"La gente di Caldeum è stata così grata del nostro contributo da lasciarci oro ed equipaggiamento, ben nascosti per evitare che cadessero nelle mani sbagliate" rispose il mago dinoccolato, lanciando un'occhiata sospetta al cacciatore di demoni. "Sarebbe stato maleducato non accettare il loro supporto!"

Il capitano lo guardò fisso, sbattendo gli occhi.

"Ipotizzando di credere a ciò che dite, anche se non sarà così perché, siamo onesti, la vostra storia è assolutamente ridicola, voi due restate una coppia di balestre sciolte. Siete riusciti a uccidere Belial, ed è solo per questo che non vi ho ancora cacciati dalla mia squadra. Ciò nonostante, considerando il vostro comportamento avventato e gli oltre 400.000.000 di pezzi d'oro in danni che avete causato, ho deciso di togliervi il caso. Per nessun motivo vi avventurerete verso il Monte Arreat per eliminare Azmodan. Sono stato chiaro?"

"Ma capitano, siamo così vicini a risolvere il caso! Ci serve solo un altro po' di tempo!" protestò il cacciatore di demoni, sbattendo entrambe le mani sulla scrivania di legno.

"Assolutamente no. Avete già fatto fin troppo" replicò il capitano, alzandosi in piedi. "Vi ricoprirò con una montagna di scartoffie fin quando non vi entrerà in testa che il genocidio non è la soluzione migliore per la risoluzione dei conflitti. Mi fate venire il voltastomaco, andatevene dal mio ufficio! E Tyrael mi è testimone, se uno di voi due dovesse fare il furbo, aspettatevi una sospensione senza paga! Avete capito?"

"Sì, capitano..." mormorarono all'unisono, uscendo con sguardo abbattuto dall'ufficio spartano.

"Andiamo ad Arreat, vero?" chiese il cacciatore di demoni, non appena furono abbastanza lontani dal resto dei membri della squadra.

"Ho già prenotato la carovana. Partiamo alle prime luci dell'alba" rispose con noncuranza il mago, evocando dal nulla un paio di occhiali da sole. "Ci sono dei vasi ad Arreat, e la cosa per me è inaccettabile."

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